San Martino è una delle aree più antiche di Grottammare, in cui troviamo anche dei resti di epoca romana.
Il primo lo vediamo avvicinandoci alla Chiesa: è un grosso tratto di mura in opus caementicium portato alla luce dall’archeologo Gamurrini nel 1886. La Chiesa ha rappresentato, infatti, oggetto di studio e d’interesse per secoli, relativamente alla questione sulla localizzazione del Tempio della Dea Cupra. Una discussione ancora aperta e mai completamente risolta che ha portato la Soprintendenza ad occuparsi più volte dell’edificio facendo eseguire scavi finalizzati alla ricerca di possibili tracce. Il Tempio della Dea Cupra, in questa complessa e annosa disputa tra studiosi, viene continuamente spostato tra le città di Grottammare e Cupramarittima.
Senza addentrarci nelle specifiche del caso prendiamo solo atto di ciò che è stato ritrovato e che si trova nei pressi dell’edificio e all’interno della Chiesa. Poco lontano, sempre dal Gamurrini alla fine dell’Ottocento, è stata rintracciata una vasca circolare d’epoca romana dal significativo nome di Bagno della Regina. Avvicinandoci alla Chiesa notiamo sul portale d’ingresso un frammento di piede marmoreo appartenente a una statua d’epoca romana ma, entrando nell’edificio, abbiamo modo di vedere il documento più importante, quello che ha dato origine alla questione e ha alimentato discussioni: una lapide marmorea che si trova nella parete antistante la porta laterale. Il contenuto dell’epigrafe ricorda il restauro del Tempio della Dea Cupra fatto eseguire dall’Imperatore Adriano nel 127 d. C.
A sostegno della lastra è posto un capitello in tufo e un cippo, sempre d’epoca romana, decorato con l’immagine di un elmo con corna di montone che è adibito ad acquasantiera. Impossibile affermare o negare l’esistenza in questo luogo del tempio pagano prima dell’edificazione della Chiesa medievale. Ora non abbiamo altro che una Chiesa modesta, dalla facciata intonacata, suddivisa in tre navate con la centrale più alta delle laterali. La fondazione dell’edificio si deve ai Monaci Farfensi, probabilmente intorno al sec. IX e il primo documento che attesti l’esistenza del Monastero di S. Martino de Tesino è del 1030. Capiamo l’importanza di tale istituzione da un documento successivo, del 1193, con il quale l’Imperatore Enrico VI conferma all’Abate Gualterio tutte le proprietà dell’abbazia, con le pertinenze, le Chiese, i mulini, i castelli fra i quali vi è anche quello di Gructa, cioè Grottammare. Che tale luogo sia rilevante per la storia del paese lo indica anche la tradizione molto sentita della Fiera di San Martino che si festeggia ogni anno in concomitanza con la festa del Santo, l’11 novembre.
Qui si celebra inoltre la Sacra Giubilare, ogni qualvolta il 1° luglio cade di domenica. La Sacra è una solennità civile e religiosa che affonda le proprie origini in un’antica leggenda che racconta di come, nel 1175, papa Alessandro III durante il viaggio da Palermo a Venezia, a causa di un violento temporale, fu costretto a rifugiarsi con la sua flotta nel porto di Grottammare. Ospitato dai monaci del Monastero di San Martino, il Papa assistette ai festeggiamenti che tradizionalmente si svolgevano il 1° luglio e fu colpito dalla partecipazione dei fedeli intervenuti ancor più numerosi in suo onore. Alessandro III allora decretò, con Bolla Papale, l’Indulgenza Plenaria per tutti coloro che visitino la chiesa ogni qualvolta il 1° luglio cade di domenica. Privilegio riconfermato da Papa Pio VII nel 1803.
All’interno della Chiesa, dietro l’altare maggiore, si trova un affresco interessante, che vale la pena osservare con attenzione. Recentemente restaurato, è stato datato a cavallo tra il XV e il XVI secolo, e si presentava delimitato da una spessa cornice lignea. L’immagine rappresenta la Crocifissione con la Madonna, il Papa e un Vescovo, con mitra e pastorale deposti a terra, e sullo sfondo è riconoscibile il castello di Grottammare. Attenzione merita anche l’affresco con la Madonna del Latte, risalente al sec. XII, che risultava coperto da una copia degli inizi del Novecento ed è stato possibile riportare alla luce solo in seguito ad un accurato restauro.
In seguito all’evento sismico del 30 ottobre 2016 sono stati necessari i lavori di consolidamento.