Venerdì Santo 2018
Il Venerdì santo è un giorno che deve essere attraversato. Gesù non lo scavalca, come avrebbe potuto fare. E la Chiesa vive nello smarrimento.
Tutto appare inconsueto. Oggi in nessun luogo del mondo si celebra l’eucaristia. Entrando in chiesa si fatica a trovare un punto di riferimento. Le acquasantiere sono vuote, l’altare è spoglio, il tabernacolo è vuoto, l’eucaristia è quasi nascosta. Non c’è nessuna croce.
Lo sguardo può perdersi ovunque. Come accadde a Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni e gli altri. La paura, il disorientamento, l’incomprensione. È la nostra vita senza il Signore: tutti prostrati a terra, in silenzio.
Poi la Parola di Dio comincia a fare luce su questo giorno e possiamo rialzare lo sguardo e sentire il nostro cuore sollevato. Il Signore sembra assente e annientato, ma in realtà è in mezzo a noi. Anzi, è dentro di noi. E ne sentiamo continuamente lo Spirito che grida nel nostro cuore. E impariamo dal Venerdì santo, che possiamo stare anche senza celebrare l’eucaristia, ma non possiamo stare senza la Parola di Dio, senza il Vangelo. Quando siamo prostrati a terra, percossi dal male e feriti, possiamo rialzarci e trovare salvezza, accogliendo la Parola di Dio. Quindi non dobbiamo aver paura di attraversare il Venerdì santo.
Su tutto questo sta la Croce di Cristo, il salvatore del mondo, davanti alla quale tra poco ci inginocchieremo e alla quale offriremo la nostra adorazione. La Croce ci rivela l’amore infinito del Signore: l’amore che resta sottomesso a tutti, che non si ribella né si impone, l’amore che arriva ad amare il nemico, fino a consegnargli la propria vita.
Non scavalca il Venerdì santo Gesù, ma lo attraversa insieme a noi, rendendoci capaci di amare il prossimo, non più come noi stessi e neppure come Lui ci ha insegnato: ma come Lui ci ha amati.
Oggi, in questo Venerdì santo, Gesù dalla Croce ci conceda di conoscere, di lasciarci abbracciare e di adorare il mistero del suo amore per noi.