I riti di introduzione – Vivere la Messa 3
I riti che precedono la Liturgia della Parola, cioè l’introito, il saluto, l’atto penitenziale, il Kyrie eleison, il Gloria e l’orazione (o colletta), hanno un carattere di inizio, di introduzione e di preparazione.
Scopo di questi riti è che i fedeli, riuniti insieme, formino una comunità, e si dispongano ad ascoltare con fede la parola di Dio e a celebrare degnamente l’Eucaristia.
In alcune celebrazioni, connesse con la Messa secondo le norme dei libri liturgici, si omettono i riti iniziali o si svolgono in maniera particolare. (OGMR 46)
La celebrazione dell’Eucaristia è divisa in due grandi parti: la liturgia della parola e la liturgia eucaristica.
Queste due parti sono precedute da alcuni riti introduttivi, che aiutano tutta l’assemblea dei fedeli ad entare nel clima della celebrazione e a disporsi a viverla con frutto.
- L’ingresso del sacerdote che presiede con il canto
- Il saluto con il segno della croce
- L’atto penitenziale con la richiesta di perdono
- Il Kirie eleison, con l’invocazione al Signore
- Il canto del Gloria come lode alla Trinità
- La preghiera del sacerdote, chiamata anche “colletta”
Sui singoli momenti ci soffermeremo in seguito. Per ora ci basta sapere quali sono, prestandovi attenzione quando partecipiamo alla celebrazione eucaristica. Essi ci richiamano a quattro attenzioni.
La puntualità
I riti di introduzione sono importanti e non è bene “saltarli” arrivando in chiesa in ritardo. Può capitare di avere un contrattempo, ma per molti si tratta di un’abitudine: puntuali nel ritardo. A pensarci bene a volte è mancanza di rispetto nei confronti di Colui che ci invita a partecipare alla sua mensa.
Al contrario, sarebbe necessario arrivare qualche minuto prima preparandosi in silenzio alla celebrazione.
Il silenzio
Il silenzio è lo spazio in cui si lascia parlare Dio e si entra in dialogo intimo con Lui. Deve essere osservato in vari momenti della celebrazione: durante l’atto penitenziale e dopo l’invito alla preghiera, per favorire il raccoglimento; dopo le letture o l’omelia, per meditare brevemente ciò che si è ascoltato; dopo la Comunione, per favorire la preghiera interiore di lode e di supplica.
Anche prima della stessa celebrazione è bene osservare il silenzio in chiesa e in sagrestia, perché tutti possano prepararsi devotamente e nei giusti modi alla sacra celebrazione.
Durante tutta la celebrazione dovrebbe essere cura di ciascuno non disturbare il raccoglimento altrui, evitando rumori, spostamenti, atteggiamenti inutili.
Anche i bambini devono essere aiutati a vivere il silenzio, secondo le loro possibilità e gradualmente. Ugualmente gli adulti devono mostrare pazienza e benevolenza verso i più piccoli dai quali non si può pretendere l’impossibile. I genitori cercheranno di abituare i bambini a stare in chiesa e tutti gli adulti non faranno sentire in imbarazzo i genitori che partecipano all’eucaristia con i figli piccoli. Tutti ricordiamo le parole di Gesù: “Lasciate che i bambini vengano a me”. Un giorno che alcuni volevano allontanarli perché facevano troppo rumore.
Il canto
Nella celebrazione della Messa è di grande importanza il canto e si deve fare in modo che non manchi mai nelle celebrazioni domenicali e nelle feste.
Il coro deve sostenere il canto dell’assemblea e non sostituirsi ad essa. Ma deve essere cura di tutti partecipare alla preghiera anche cantando, almeno i ritornelli e le melodie più ricorrenti.
Attraverso il canto ci si sente un corpo solo e si trasmette a chi si trova in chiesa occasionalmente il desiderio di vivere l’unità e la comunione. Anche il canto comune può essere una testimonianza della propria fede.
Formare la comunità
I riti di introduzione ci aiutano a sentirci comunità, preparandoci a vivere l’Eucaristia. E a ciascun battezzato è consegnata questa responsabilità: ciascuno con il proprio atteggiamento e la personale partecipazione può favorire oppure ostacolare l’incontro di Gesù con i fratelli.
Cosa intendiamo per “fare comunità”?
Secondo le parole dell’evangelista Luca, i credenti sono «assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere» (Atti 2,42). Ascoltano e meditano la parola di Dio. Lodano e ringraziano continuamente il Signore; invocano il suo aiuto nelle difficoltà. Celebrano il mistero della morte e risurrezione di Cristo con l’eucaristia, ripetendo il gesto da lui compiuto nell’ultima cena. Stanno volentieri insieme; si fanno carico dei servizi necessari; condividono i beni materiali, con libertà e generosità, continuando l’esperienza già fatta da alcuni di loro insieme a Gesù. Portano ovunque la loro coraggiosa testimonianza, suscitando la simpatia del popolo e l’ostilità della classe dirigente, specialmente di quella di orientamento sadduceo. Gli apostoli, e particolarmente Pietro, svolgono, con autorità e semplicità, un compito prezioso di guida e di animazione.