Dio è l’Ultimo
“È apparsa la grazia di Dio, che porta la salvezza a tutti gli uomini”. Nella notte della storia e di ogni esistenza risplende il dono della Vita di Dio, senza la quale neppure esisteremmo. Per questo abbiamo camminato nel tempo di Avvento, illuminati dalla Parola del Vangelo, accompagnati dalla voce di Giovanni il Battista, dalla fede di Maria e dal coraggio del suo sposo, Giuseppe.
Non tutti. Non sempre. Come la città di Gerusalemme, il mondo, arroccato dentro le sue stanche sicurezze e nei suoi entusiasmi fittizi, abbiamo dovuto combattere con alcuni ostacoli, che ormai sembrano essere diventati caratteristica del nostro tempo: la noia, l’indifferenza, la tristezza, la paura.
Alla noia di chi crede di sapere tutto e di non avere mai bisogno di niente e di nessuno, il Vangelo ha detto: veglia, non sonnecchiate sulle vostre illusioni di felicità e sulle vostre presunzioni di giustizia. All’indifferenza di chi ha sempre le mani pulite e i piedi riposati, il Vangelo ha gridato: convertiti, vogliti altrove, cerca la strada che conduce alla verità, compromettiti a favore dei poveri, rendi giustizia agli emarginati. Alla tristezza di chi anche questa notte è ferito dal dolore e abbattuto dal fallimento, il vangelo ha ripetuto: rallegrarti, perché la notte è giunta ormai al suo termine. Alla paura di chi non riesce neppure a muovere un passo, l’angelo del Signore ha rassicurato: non temere le opere di Dio.
Ed ecco la bella notizia che Dio ci consegna questa notte: “è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”.
Dio salva, attraverso il suo Figlio unigenito, Gesù Cristo. Dio salva raggiungendoci nei luoghi inospitali della noia, dell’indifferenza, della tristezza e della paura. Dio salva, facendosi ciò che nessuno vuol essere: l’ultimo. Affinché nessuno davanti a Lui si senta escluso o indesiderato o inutile.
Dio salva assumendo la carne di un bambino, non per suscitare le nostre annuali romanticherie, ma per ricordarci che Egli è novità assoluta, storia inedita e inaudita. Non tradizione da rispettare, ma Vita da accogliere. Né dottrina, né morale. Il Vangelo è una persona che chiede la nostra ospitalità. La seconda persona della Trinità, che cammina con noi. Dio non è una statua da presepe, ma una persona che vuole essere nostro amico e che ci chiede di essere suoi, e di nessun altro.
Come i pastori. Quelli che nessuno avrebbe voluto avere accanto e che mai noi avremmo pensato. Ora hanno il coraggio di abbandonare le abitudini e di smettere di cercare ovunque finzioni di felicità.
Come coloro che desiderano essere Amati da Qualcuno e cercano la Pace.